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La partita del Tavolasso

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La partita del Tavolasso

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Poemetto Berniesco

Disponibilité: En stock

14,00 €

Détails

La partita del Tavolasso da Barge a Bibiana è un poemetto eroicomico, stampato a Torino nel 1791, che narra di una gara di tiro tra archibugieri, per l’appunto, di Barge e di Bibiana. I bargesi hanno accettato l’invito, da parte di notabili di Bibiana, dove questo confronto tradizionalmente si svolge da tempo, a prendervi parte. Nessun Davide, nessun Golia. Nemmeno un Achille o un Ettore ma l’abate Bolla, il migliore di Bibiana, e Pieretto, bravo tiratore di Barge. A ravvivare il contesto, un pranzo non proprio pantagruelico, danze, scene in maschera, feste di piazza, con ciarlatani e burattini, bande militari e parate di cavalieri e gentildonne in carrozza, una cantante lirica degna di essere paragonata (forse) ai più celebri castrati e soprani dell’epoca. E l’ira funesta? C’è anche quella, anche se non proprio funesta. Comunque c’è. Di uno di Barge, contro un “fuoruscito” di Bagnolo P.te, gran bevitore più simile al plautino, fanfaronesco, fanfaronico (si passi il termine di consapevole nuovo conio) e vanaglorioso Pirgopolinice (“Il distruttore delle torri delle città”) che al coraggioso Aiace omerico. E tutto questo in soli due canti. In un inserto, opere di Andrea Nisbet, Piero Riva e Luigi Stoisa

Informations supplémentaires

Autore/Curatore Mauro Comba - Cenacolo Studi Michele Ginotta
Anno 2023
Pagine 100
Formato 15 x 21
Interno b/n con inserto a colori
Legatura brossura con alette
ISBN 978-88-7320-475-6
Description

La partita del Tavolasso da Barge a Bibiana è un poemetto eroicomico, stampato a Torino nel 1791, che narra di una gara di tiro tra archibugieri, per l’appunto, di Barge e di Bibiana. I bargesi hanno accettato l’invito, da parte di notabili di Bibiana, dove questo confronto tradizionalmente si svolge da tempo, a prendervi parte. Nessun Davide, nessun Golia. Nemmeno un Achille o un Ettore ma l’abate Bolla, il migliore di Bibiana, e Pieretto, bravo tiratore di Barge. A ravvivare il contesto, un pranzo non proprio pantagruelico, danze, scene in maschera, feste di piazza, con ciarlatani e burattini, bande militari e parate di cavalieri e gentildonne in carrozza, una cantante lirica degna di essere paragonata (forse) ai più celebri castrati e soprani dell’epoca. E l’ira funesta? C’è anche quella, anche se non proprio funesta. Comunque c’è. Di uno di Barge, contro un “fuoruscito” di Bagnolo P.te, gran bevitore più simile al plautino, fanfaronesco, fanfaronico (si passi il termine di consapevole nuovo conio) e vanaglorioso Pirgopolinice (“Il distruttore delle torri delle città”) che al coraggioso Aiace omerico. E tutto questo in soli due canti. In un inserto, opere di Andrea Nisbet, Piero Riva e Luigi Stoisa

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